I contatori di particolato che trattiamo in questo articolo, sono gli strumenti che si utilizzano per la misurazione delle emissioni di gas di scarico durante l’ispezione tecnica periodica (PTI1 o c.d. revisione periodica, in Italia) degli autoveicoli con motore a combustione interna sia diesel sia a benzina.

Si parla di “nuovi” contatori di particolato in quanto, a differenza di quelli utilizzati abitualmente, che misurano le emissioni di particolato in massa (PM2 counter), essi le misurano in numero (PN3 counter), ovvero il numero delle particelle di particolato.

La necessità dei PN counter è emersa a seguito di vari studi ed evidenze scientifiche secondo i quali negli ultimi anni (almeno dal 2016), grazie al progresso tecnologico, i moderni motori a combustione emettono particelle più piccole e di massa trascurabile, la cui concentrazione, tuttavia, rimane molto alta con danni gravi per la salute umana. Ne consegue che è diventato indispensabile misurare la concentrazione del numero delle particelle di particolato, invece della loro massa.

Si tratta proprio di un cambiamento nella metrica utilizzata per misurare le emissioni dei gas di scarico, che comporta una serie di conseguenze: 1) la necessità di nuovi contatori di particolato portatili certificati e capaci di misurare il numero delle particelle di particolato (PN counter) direttamente dal tubo di scarico degli autoveicoli; 2) l’esigenza di nuove specifiche tecniche e metrologiche (armonizzate a livello europeo ed internazionale) per la certificazione dei PN counter (approvazione di tipo, verifica prima e successive); 3) l’adeguamento della procedura armonizzata in vigore in Europa (attuale Direttiva 2014/45/EU) per l’ispezione tecnica periodica (PTI), inserendo l’utilizzo di questi nuovi strumenti di misura.

Vediamo ora, nella pratica, qual è la situazione e come sta evolvendo.

Innanzitutto, ad oggi, non c’è ancora una normativa europea/internazionale ufficiale che disciplini la certificazione dei PN counter ed il loro utilizzo durante la revisione periodica (PTI).
Le nuove specifiche tecniche e metrologiche per la certificazione di questi nuovi PN counter (approvazione di tipo, verifica prima e successive) in Europa sono gestite a livello di legislazione nazionale, ovvero ogni Stato membro amministra la materia a suo modo.
In particolare, quattro Stati europei (Belgio, Olanda, Germania, Svizzera) hanno già aggiornato la loro normativa sia prevedendo la certificazione specifica dei PN counter sia introducendo l’obbligo di usare questi strumenti durante la revisione periodica degli autoveicoli (PTI). Al termine dell’articolo, abbiamo inserito una tabella con l’indicazione, per ognuno di questi Stati, della data di inizio dell’obbligo aggiornata al mese di agosto 2022, dei documenti in cui è possibile trovare la nuova procedura da seguire durante l’ispezione tecnica periodica (PTI) e i requisiti per la certificazione dei nuovi strumenti.
Per quanto riguarda l’Italia, questa materia non sembra avere ancora aggiornamenti rilevanti.

A livello internazionale, all’interno dell’OIML, nel 2019 è stato creato il gruppo tecnico TC 16/SC 1/p 4, che sta lavorando alla redazione e pubblicazione di una nuova Raccomandazione sugli strumenti per la misurazione del numero di particelle di particolato (PN) allo scarico dei veicoli. Questo significa che nei prossimi anni sarà possibile certificare i PN counter a livello internazionale, grazie al Certificato di Conformità, da convertire poi in approvazione di tipo nazionale del Paese in cui si vuole entrare.

In merito all’adeguamento della procedura armonizzata in vigore in Europa per la revisione periodica (PTI) degli autoveicoli inserendo l’utilizzo dei PN counter, l’attuale Direttiva 2014/45/EU, che non ne contempla l’utilizzo, è in fase di revisione. Nello specifico, in attesa della Direttiva aggiornata, la Commissione Europea sta lavorando ad un documento di orientamento, la Guida PN-PTI4, per ispirare le legislazioni nazionali ed indirizzare l’approccio dei singoli Stati, che ad oggi, sono liberi di introdurre o meno l’obbligo dei PN counter.

In conclusione, la certificazione dei nuovi contatori del numero di particelle di particolato (PN counter) è già possibile in Belgio, Olanda, Germania e Svizzera. Da sottolineare che Belgio e Olanda hanno adottato una legislazione simile, per cui una certificazione di tipo ottenuta in Olanda, è valida anche in Belgio.
Ci auguriamo che il cammino verso l’armonizzazione sia della certificazione dei PN counter sia della procedura della nuova revisione periodica (c.d. PN-PTI) prosegua rapidamente a tutela della salute di tutti gli individui e dei vari stakeholder.

1 PTI è l’acronimo di Periodic Technical Inspection.
2 PM significa Particle Mass, la massa delle particelle.
3 PN significa Particle Number, il numero delle particelle.
4 UNECE, (WP.29/GRPE) Working Party on Pollution and Energy (86th session), GRPE-86-30e – (EC) Update to the European Commission PN-PTI guidance.

Le fonti
- OIML Bulletin, Volume LXIII, Number 3, July 2022, pagine 11-16.
- OIML, TC 16/SC 1/p 4 Project Group.
- European Parliament, Think Tank, Implementation of the roadworthiness package: European     implementation assessment.
- UNECE, (WP.29/GRPE) Working Party on Pollution and Energy (86th session), GRPE-86-30e - (EC) Update to the European Commission PN-PTI guidance.
- Joint Research Centre (JRC), il servizio di scienza e conoscenza della Commissione europea.
- Pagina web “EU: Periodic Technical Inspections (PTI)” nel sito DieselNet.
- Pagina web “Particle Number Counters” nel sito di NMi, in cui è anche possibile scaricare il documento Proposal Particulate Number Counter.
- Sito web “particlesmatter”.
- VERT Association.